Per un Servizio Immigrazione ed Educazione alla Mondialità la Caritas Diocesana de L'Aquila insieme con Arci,Rindertimi, Caritas Diocesana di Avezzano, Patronato SIAS, Centro Polivalente Provinciale delle Associazioni degli Immigrati, Comunità dei Peruviani, Associazione di Promozione Sociale "Gentium" Romania, Elenco Mediatori Culturali Volontari, Associazione "Iris" Teramo ed in collaborazione con la Provincia ed il Comune de L'Aquila ed altre Istituzioni Locali, hanno costituito un Coordinamento nel territorio per "Ricostruire Insieme la nostra Città come realtà Sociale".

Obiettivi specifici:

- la necessità di essere uniti;
- mettere insieme le varie esperienze come strumento a disposizione dell'intera comunità;
- collaborare con tutte le componenti sociali e politiche e le diverse comunità presenti sul territorio;
- offrire un supporto umano e amministrativo/legale;
- creare uno sportello informativo che sia punto di riferimento per le specifiche esigenze legate all'immigrazione (permessi di soggiorno/scadenza, ricongiungimenti familiari, possibilità di ritorno nel paese di origine senza perdere i diritti acquisiti, etc.)

giovedì 28 ottobre 2010

L'immigrazione in Italia: ecco il nuovo dossier Caritas Migrantes



La Caritas ha presentato il XX Dossier statistico sull’immigrazione intitolato “Dossier 1991-2010: per una cultura dell’altro”. Il primo rapporto sull’immigrazione realizzato da Caritas/Migrantes fu pubblicato nel 1991 con l’obiettivo di favorire una “visione agevole, ma non superficiale, delle statistiche sul fenomeno migratorio” (dalla sintesi del Dossier statistico 2010). Oggi, a venti anni di distanza, il rapporto statistico fotografa e analizza, nei suoi diversi aspetti e dinamiche, l’immigrazione in Italia.



I numeri dell’immigrazione. Secondo i dati contenuti nel dossier Caritas/Migrantes, al 31 dicembre 2009, gli stranieri residenti in Italia sono 4 milioni 919mila (1 immigrato ogni 12 residenti) e l’incidenza media sulla popolazione residente è del 7%, con picchi di oltre il 10% in regioni come Lombardia, Emilia Romagna e Umbria. Lo scarto fra queste cifre e le presenze registrate nello stesso periodo dall’Istat (4 milioni 235mila) deriva dal fatto che nel dossier si è tenuto conto anche delle persone non ancora registrate in anagrafe, seppure regolarmente soggiornanti.

La “sindrome dell’invasione”. Se questi sono i dati obiettivi, la percezione del fenomeno da parte degli italiani è ben diversa. Gli intervistati per la ricerca Transatlantic Trends (2009), citata nel dossier, ritengono che gli immigrati incidano per il 23% sulla popolazione residente (sarebbero quindi circa 15 milioni, il triplo del valore effettivo) e che i “clandestini” siano più numerosi dei migranti regolari (le stime, invece, registrano un numero attorno al mezzo milione). Su questa visione distorta influiscono diversi fattori, fra cui l’ostilità e la paura, accentuate dalla crisi economico-occupazionale, che ha indirizzato sugli immigrati un malumore generalizzato.

Composizione e dislocazione geografica della popolazione straniera. La nazionalità più numerosa è la romena (quasi 900mila residenti), seguita da albanesi e marocchini (quasi mezzo milione), mentre cinesi e ucraini sono quasi 200mila. Nell’insieme, le prime 5 collettività rappresentano più della metà della presenza immigrata (50,7%). L’insediamento prevalente è nel Nord e nel Centro, ma anche il Meridione è coinvolto nel fenomeno, rappresentando un’area privilegiata per alcune collettività, come gli albanesi in Puglia, gli ucraini in Campania e i tunisini in Sicilia. Roma e Milano, rispettivamente con quasi 270mila e 200mila stranieri residenti, sono i comuni quantitativamente più rilevanti, ma gli immigrati si stabiliscono anche nei piccoli centri, spesso con incidenze elevate rispetto al totale dei residenti. E’ emblematico il caso di comuni come Porto Recanati (Macerata) o Castiglione delle Stiviere (Mantova) dove gli stranieri sono il 20% dei residenti o di Airole (Imperia), dove gli stranieri raggiungono quota 35%.

Le donne sono mediamente il 51,3%, con la punta massima del 58,3% in Campania e del 63,5% a Oristano, e quella più bassa in Lombardia (48,7%) e a Ragusa (41,5%). I minori sono 932.675, in media il 22% del totale dei minori residenti in Italia. Di questi, 77.148 sono i nuovi nati nel corso del 2009 da entrambi i genitori stranieri, cioè il 13% di tutte le nascite, percentuale che sale al 16,5% se si considerano i figli nati da matrimoni misti. I figli degli immigrati iscritti a scuola sono 673.592, 7,5% della popolazione scolastica. I dati, che evidenziano un ritardo scolastico tre volte più elevato rispetto agli italiani, suggeriscono la necessità di aumentare le risorse destinate all’inserimento scolastico di alunni stranieri, soprattutto nel caso in cui giungano per ricongiungimento familiare.

Immigrazione ed economia. I lavoratori stranieri in Italia sono circa il 10% del totale degli occupati e contribuiscono per l’11,1% al prodotto interno lordo. Nonostante risentano anch’essi della crisi occupazionale (3 nuovi disoccupati su 10 sono immigrati), il dossier evidenzia che “il fatto che svolgono mansioni umili ma essenziali è servito a proteggerli da conseguenze più negative”. Una tendenza particolarmente positiva si registra nell’ambito dell’imprenditoria: nonostante la crisi economica generale, al 31 maggio 2010 le imprese con titolare straniero iscritte alla Camera di commercio sono 213.267, il 3,5% di tutte le imprese operanti in Italia e il 7,2% se si considerano solo le imprese artigiane. L’aumento di quasi 26 mila imprese rispetto al 2008 è indice della dinamicità di questo settore. Infine, un altro aspetto da non sottovalutare è l’apporto degli immigrati in termini di contributi previdenziali e tasse. Il rapporto Caritas/Migrantes sottolinea infatti che le entrate garantite dagli immigrati tra tasse, rinnovi del permesso di soggiorno, pratiche di cittadinanza e contributi previdenziali sono pari a circa 11 miliardi di euro (di questi, 7,5 miliardi vanno all’Inps, che dagli anni 2000 ha il bilancio costantemente in attivo). A fronte di queste entrate le spese sostenute dall’Italia per la popolazione straniera in termini di sanità, scuola, servizi sociali, tribunale, carcere, centri di accoglienza, ecc. sono state valutate intorno a 10 miliardi.