Per un Servizio Immigrazione ed Educazione alla Mondialità la Caritas Diocesana de L'Aquila insieme con Arci,Rindertimi, Caritas Diocesana di Avezzano, Patronato SIAS, Centro Polivalente Provinciale delle Associazioni degli Immigrati, Comunità dei Peruviani, Associazione di Promozione Sociale "Gentium" Romania, Elenco Mediatori Culturali Volontari, Associazione "Iris" Teramo ed in collaborazione con la Provincia ed il Comune de L'Aquila ed altre Istituzioni Locali, hanno costituito un Coordinamento nel territorio per "Ricostruire Insieme la nostra Città come realtà Sociale".

Obiettivi specifici:

- la necessità di essere uniti;
- mettere insieme le varie esperienze come strumento a disposizione dell'intera comunità;
- collaborare con tutte le componenti sociali e politiche e le diverse comunità presenti sul territorio;
- offrire un supporto umano e amministrativo/legale;
- creare uno sportello informativo che sia punto di riferimento per le specifiche esigenze legate all'immigrazione (permessi di soggiorno/scadenza, ricongiungimenti familiari, possibilità di ritorno nel paese di origine senza perdere i diritti acquisiti, etc.)

giovedì 28 ottobre 2010

L'immigrazione in Italia: ecco il nuovo dossier Caritas Migrantes



La Caritas ha presentato il XX Dossier statistico sull’immigrazione intitolato “Dossier 1991-2010: per una cultura dell’altro”. Il primo rapporto sull’immigrazione realizzato da Caritas/Migrantes fu pubblicato nel 1991 con l’obiettivo di favorire una “visione agevole, ma non superficiale, delle statistiche sul fenomeno migratorio” (dalla sintesi del Dossier statistico 2010). Oggi, a venti anni di distanza, il rapporto statistico fotografa e analizza, nei suoi diversi aspetti e dinamiche, l’immigrazione in Italia.



I numeri dell’immigrazione. Secondo i dati contenuti nel dossier Caritas/Migrantes, al 31 dicembre 2009, gli stranieri residenti in Italia sono 4 milioni 919mila (1 immigrato ogni 12 residenti) e l’incidenza media sulla popolazione residente è del 7%, con picchi di oltre il 10% in regioni come Lombardia, Emilia Romagna e Umbria. Lo scarto fra queste cifre e le presenze registrate nello stesso periodo dall’Istat (4 milioni 235mila) deriva dal fatto che nel dossier si è tenuto conto anche delle persone non ancora registrate in anagrafe, seppure regolarmente soggiornanti.

La “sindrome dell’invasione”. Se questi sono i dati obiettivi, la percezione del fenomeno da parte degli italiani è ben diversa. Gli intervistati per la ricerca Transatlantic Trends (2009), citata nel dossier, ritengono che gli immigrati incidano per il 23% sulla popolazione residente (sarebbero quindi circa 15 milioni, il triplo del valore effettivo) e che i “clandestini” siano più numerosi dei migranti regolari (le stime, invece, registrano un numero attorno al mezzo milione). Su questa visione distorta influiscono diversi fattori, fra cui l’ostilità e la paura, accentuate dalla crisi economico-occupazionale, che ha indirizzato sugli immigrati un malumore generalizzato.

Composizione e dislocazione geografica della popolazione straniera. La nazionalità più numerosa è la romena (quasi 900mila residenti), seguita da albanesi e marocchini (quasi mezzo milione), mentre cinesi e ucraini sono quasi 200mila. Nell’insieme, le prime 5 collettività rappresentano più della metà della presenza immigrata (50,7%). L’insediamento prevalente è nel Nord e nel Centro, ma anche il Meridione è coinvolto nel fenomeno, rappresentando un’area privilegiata per alcune collettività, come gli albanesi in Puglia, gli ucraini in Campania e i tunisini in Sicilia. Roma e Milano, rispettivamente con quasi 270mila e 200mila stranieri residenti, sono i comuni quantitativamente più rilevanti, ma gli immigrati si stabiliscono anche nei piccoli centri, spesso con incidenze elevate rispetto al totale dei residenti. E’ emblematico il caso di comuni come Porto Recanati (Macerata) o Castiglione delle Stiviere (Mantova) dove gli stranieri sono il 20% dei residenti o di Airole (Imperia), dove gli stranieri raggiungono quota 35%.

Le donne sono mediamente il 51,3%, con la punta massima del 58,3% in Campania e del 63,5% a Oristano, e quella più bassa in Lombardia (48,7%) e a Ragusa (41,5%). I minori sono 932.675, in media il 22% del totale dei minori residenti in Italia. Di questi, 77.148 sono i nuovi nati nel corso del 2009 da entrambi i genitori stranieri, cioè il 13% di tutte le nascite, percentuale che sale al 16,5% se si considerano i figli nati da matrimoni misti. I figli degli immigrati iscritti a scuola sono 673.592, 7,5% della popolazione scolastica. I dati, che evidenziano un ritardo scolastico tre volte più elevato rispetto agli italiani, suggeriscono la necessità di aumentare le risorse destinate all’inserimento scolastico di alunni stranieri, soprattutto nel caso in cui giungano per ricongiungimento familiare.

Immigrazione ed economia. I lavoratori stranieri in Italia sono circa il 10% del totale degli occupati e contribuiscono per l’11,1% al prodotto interno lordo. Nonostante risentano anch’essi della crisi occupazionale (3 nuovi disoccupati su 10 sono immigrati), il dossier evidenzia che “il fatto che svolgono mansioni umili ma essenziali è servito a proteggerli da conseguenze più negative”. Una tendenza particolarmente positiva si registra nell’ambito dell’imprenditoria: nonostante la crisi economica generale, al 31 maggio 2010 le imprese con titolare straniero iscritte alla Camera di commercio sono 213.267, il 3,5% di tutte le imprese operanti in Italia e il 7,2% se si considerano solo le imprese artigiane. L’aumento di quasi 26 mila imprese rispetto al 2008 è indice della dinamicità di questo settore. Infine, un altro aspetto da non sottovalutare è l’apporto degli immigrati in termini di contributi previdenziali e tasse. Il rapporto Caritas/Migrantes sottolinea infatti che le entrate garantite dagli immigrati tra tasse, rinnovi del permesso di soggiorno, pratiche di cittadinanza e contributi previdenziali sono pari a circa 11 miliardi di euro (di questi, 7,5 miliardi vanno all’Inps, che dagli anni 2000 ha il bilancio costantemente in attivo). A fronte di queste entrate le spese sostenute dall’Italia per la popolazione straniera in termini di sanità, scuola, servizi sociali, tribunale, carcere, centri di accoglienza, ecc. sono state valutate intorno a 10 miliardi.

venerdì 8 ottobre 2010

La convivenza nel post-terremoto: la ricerca



Ricostruire Insieme ha condotto una ricerca su un campione di 403 residenti stranieri e 981 residenti italiani, per verificare bisogni, condizioni di vita e lo stato delle convivenza dopo il sisma. Riportiamo una sintesi dei dati.


Non esistono condizioni oggettive che dimostrano che la presenza di immigrati abbia in qualche modo sfavorito la popolazione autoctona nelle politiche abitative dopo il terremoto. Forse, in un certo senso, è vero il contrario. Se invertiamo l’ordine temporale, ad esempio, prima del 6 aprile, gli immigrati si concentravano nelle zone più fortemente a rischio, nelle abitazioni più fatiscenti (quasi sempre non di proprietà), come dimostra il dato relativo all’abitazione attuale degli intervistati: il 42,3% degli italiani raggiunti con i questionari vive nelle stesse abitazioni del pre-terremoto, a fronte soltanto di un 16,6% di stranieri nella stessa condizione. Otteniamo una conferma con il dato relativo alla classificazione dell’abitazione a seguito delle perizie da parte dei vigili del fuoco: il 28,1% degli italiani raggiunti ha una casa classificata A, quindi agibile, a fronte del 19,6% degli stranieri, mentre per le case E, riscontriamo un 33% tra gli italiani e un 38,7% tra gli stranieri.

Il terremoto ha dissestato, tra le altre cose, il mercato del lavoro, anche in assenza di adeguate misure per prevenire il crollo dell’economia, con una serie di problematiche soprattutto all’interno delle imprese private e dunque tra i lavoratori autonomi e subordinati. Anche in questo caso osserviamo che la popolazione straniera, che si colloca prevalentemente all’interno del settore privato e domestico, ha maggiormente risentito degli effetti del terremoto: considerando solo le persone che al 6 aprile erano occupate, osserviamo che il 50,5% degli immigrati svolge lo stesso lavoro (a fronte del 62% degli italiani), il 17,8% svolge un altro lavoro (6,7% italiani), il 3,87% è in cassa integrazione, (2,1% italiani) il 15,7% si trova oggi disoccupato (7,28% italiani ). Sono dati preoccupanti ed è giusto sottolineare il fatto che la comparazione non può giustificare alcuna minimizzazione riguardante anche la situazione lavorativa degli italiani. Ciò peraltro spiegherebbe anche una buona parte di stress sociale che caratterizza questa fase del post-terremoto.

Abbiamo verificato quali atteggiamenti, quali opinioni emergono tra gli italiani circa la popolazione immigrata e il godimento dei diritti nelle politiche dell’emergenza. Più del 50% degli italiani ritiene che per la sistemazione nel piano Case sia giusto dare la priorità agli italiani rispetto agli immigrati; inoltre più del 30% ritiene che nelle politiche post-sisma si sia dato più rilievo agli immigrati che agli autoctoni. Poiché ciò non rispecchia la situazione effettiva, ci sembra che una percentuale superiore al 30% sia piuttosto dilatata e rappresentativa di una percezione alterata della realtà.

Un altro dato interessante riguarda la percezione distorta circa la presenza di stranieri nella nostra realtà, che rimanda a quella che i sociologi definiscono sindrome da assedio. Uno dei segnali è lo scarto significativo tra la percezione della presenza numerica di immigrati e la sua reale entità. Si è chiesto agli italiani di indicare una stima percentuale della presenza di immigrati sulla totalità della popolazione residente nel nostro territorio. Solo il 32,6% della popolazione si avvicina al dato reale (che si aggira intorno al 6 %), mentre il 44,7% indica una percentuale compresa tra il 10 e il 25 % e il 22,6% indica una percentuale superiore al 30%.

Questi ultimi dati si allineano con una situazione che investe l’intera società italiana, ma assumono evidentemente un risalto maggiore – per il loro carico di potenzialità sociali negative – all’interno di un contesto terremotato in cui abitazioni, lavoro, degrado costituiscono i grandi temi caldi delle presenti e future scommesse sociali e politiche. E questo perché il senso di frustrazione potrebbe favorire forme di discriminazione o di conflittualità che certamente potrebbero nuocere agli immigrati, ma anche depistare gli autoctoni rispetto alla ricerca di valide o perlomeno adeguate strategie di soluzione dei problemi individuali e collettivi. E’ ciò che in psicologia sociale viene definito come dinamica del capro espiatorio.

Gli immigrati che al momento del 6 aprile risiedevano all’Aquila, contribuivano alla crescita dell’economia, allo sviluppo del territorio, allo svecchiamento e alla diversificazione del tessuto sociale e culturale. Hanno pianto numerosi morti (23, il 7,44% del totale), hanno conosciuto, come tutti i cittadini colpiti dal terremoto, il dolore più profondo. Lontani dal conforto delle radici, hanno dovuto elaborare lutti e disagi con tanti “se” e tanti “ma”, in una città e in un territorio dove solo il caso li ha portati e dove, tuttavia, hanno investito, e continuano a farlo, con le loro energie e il loro futuro, con la voglia di ricostruire. Ricostruire insieme diventa quindi non solo possibile ma strettamente necessario, in un’idea di città che, con tutte le difficoltà, in tanti perseguiamo.

(di Alessandro Vaccarelli - fonte www.ricostruireinsieme.it)

Un primo bilancio


Ricostruire è ormai, per noi aquilani e aquilane, una parola abituale: la ritroviamo nella nostra quotidianità in articoli di giornali, volantini pubblicitari di ditte edili, proclami, ma la ritroviamo anche nella determinazione di chi non vuole rinunciare a ricostruire il senso della vita di una comunità: le relazioni sociali. E vuole ricostruire insieme, con il riconoscimento dell’altro e della sua alterità, con il contributo e la ricchezza culturale di tutti e di tutte.



A tanti accade, come dice Rebecca Solnit nel suo “Un paradiso all’inferno”, che la vita quotidiana si trasformi. E non per i lutti o il dolore, come è accaduto a tanti, ma perché, spazzate via le consuetudini e gli isolamenti, ci si apre all’ascolto dei bisogni dell’altro, si trova il senso dell’essere sopravvissuti nell’essere vicini l’un l’altro. Nella lettura dei bisogni di una popolazione stravolta dal sisma si vedono tante aree di intervento nelle quali la macchina dei soccorsi non si addentra; sono per lo più bisogni di “cittadinanza”, che dopo un primo momento in cui prevalgono le urgenze materiali, emergono chiaramente; tanto più quando il terremoto colpisce un territorio-città di oltre 100.000 abitanti, arricchito da tante presenze di cittadini e cittadine straniere, per la prima volta nella storia italiana coinvolti anche loro in modo numericamente significativo dal terremoto.


L’esperienza del nostro coordinamento nasce così: nel riconoscere che, forse per la prima volta in un terremoto di queste dimensioni, erano coinvolti un gran numero di cittadini e cittadine straniere, e che questi, insieme ad altri come gli anziani e le persone sole, erano più deboli più esposti meno garantiti. Inoltre, si avvertivano le prime difficoltà di convivenza nelle tendopoli. Inizialmente, nei giorni immediatamente successivi al sei aprile, è stato bello scoprire che in tanti avevano fatto la stessa riflessione e avevano dato una stessa risposta ai bisogni, senza sapere gli uni degli altri. Volontari dell’Arci, della Caritas, di Gentium, ognuno con le proprie specificità, hanno iniziato a monitorare la situazione nei campi di accoglienza, a fornire assistenza sanitaria e alimentare, orientamento nei servizi che regolano la vita degli stranieri in Italia: permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari. Allo stesso tempo, tra i tanti che hanno pensato di intervenire nel nostro territorio, alcuni come i Mediatori Volontari di Pescara o i Mediatori Culturali della Comunità di Sant’Egidio o ancora i mediatori dell’Associazione Iris di Teramo hanno fatto la stessa lettura della realtà tanto da intervenire nelle strutture di accoglienza, alberghi sulla costa e tendopoli nell’aquilano, per ascoltare ed interpretare i bisogni della cittadinanza aquilana straniera. In ognuno di noi,quale che fosse la realtà associativa di riferimento, è maturata subito la convinzione che la vastità del problema richiedeva che la risposta fosse diversa: fosse coordinata.


E’ nato cosi il Coordinamento Ricostruire Insieme. Il lavoro sul territorio ci ha fatto incontrare delle persone che per concretezza, condivisione di ideali, disponibilità, ci hanno proiettati nell’avventura che ha portato il coordinamento a lavorare insieme alla Provincia di Trento per trasformare in progetto le attività di sostegno alla popolazione immigrata e italiana, che stavamo realizzando sul territorio. Il prefetto Ciclosi e il vice prefetto Maria Assunta Rosa del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, l’assessore alla Solidarietà Internazionale e alla Convivenza della Provincia Autonoma di Trento, il responsabile del Centro Informativo per l’Immigrazione della provincia di Trento (Cinformi) Pierluigi La Spada. Sono nati così i 2 progetti che hanno ottenuto il finanziamento dal Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi terzi e di cui proveremo a tracciare un consuntivo:

Centro informativo per l’immigrazione
Centro interculturale
Le attività progettuali, con i nuovi strumenti a disposizione, sono potute iniziare solo dopo la sottoscrizione della convenzione da parte della Provincia dell’Aquila con il soggetto attuatore “Ricostruire Insieme” (13 aprile 2010) ed avevano una scadenza improrogabile il 30 giugno 2010. Il breve tempo a disposizione non ci ha spaventati, ormai temprati dalle difficoltà, e tutti gli operatori si sono subito attivati.

Nel Centro Informativo si sono sviluppate 4 azioni principali. La prima azione è consistita nella predisposizione e somministrazione di un questionario ad un campione rappresentativo di stranieri e italiani terremotati. La seconda azione ha portato all’elaborazione dei dati emersi dalla rilevazione e alla stesura di un rapporto, per restituire alle istituzioni competenti e alla comunità della provincia dell’Aquila le informazioni rilevate. La terza azione è consistita nel realizzare un periodico informativo plurilingue (di cui è uscito un numero ogni 15 giorni) ed un sito internet (www.ricostruireinsieme.it), contenenti storie e racconti di vita raccolti nelle aree di ricovero, nonché notizie e informazioni relative alla normativa che disciplina l’ingresso, il soggiorno e, più in generale, al fenomeno migratorio. La quarta azione, infine, ha visto nascere uno sportello informativo come punto di riferimento per le specifiche esigenze legate allo status di cittadino straniero (pratiche di soggiorno, ricongiungimenti familiari e rapporti con gli enti pubblici).


Per il Centro Interculturale si sono sviluppate 7 azioni principali. Progettazione e realizzazione di un Centro Interculturale dove giovani e adulti possano svolgere attività seminariali ed esperienziali, per valorizzare le diverse culture presenti nel territorio della provincia dell’Aquila.

Realizzazione di attività ricreative e formative. Organizzazione di laboratori e seminari per promuovere lo scambio culturale e la valorizzazione della cultura di origine, soprattutto tra i giovani.
Nascita di un corso di lingua e cultura italiana e dei paesi di provenienza degli immigrati, valorizzando le risorse umane del territorio.
Realizzazione di un evento volto a promuovere la conoscenza reciproca attraverso le varie forme dell’arte con momenti di riflessione e musica con Filomeno Lopez .
Organizzazione di un seminario specifico con la manodopera presente sul territorio aquilano al fine di valorizzare la bioedilizia e le tecnologie di risparmio energetico.
Organizzazione di un seminario volto a favorire la costituzione di piccole e medie imprese.
Terminate il 30 giugno le attività progettuali finanziate, gli operatori del centro Interculturale e del centro Informativo stanno continuando, in maniera volontaria e compatibilmente con le poche risorse a disposizione, le attività più importanti. Dalla presenza allo sportello informativo alla gestione del sito, alla continuità del giornalino che è passato per esigenze economiche da quindicinale a mensile. Quello che si sta continuando a fare è il risultato più bello che i due progetti hanno portato. E’ stata un’occasione importante per ciascuno di noi e per tanti che hanno partecipato di conoscersi e scoprire, rispettare e valorizzare costumi e culture diverse dalle nostre. Ma la nostra esperienza ha per noi che la viviamo una valenza ulteriore: il riconoscimento del bene collettivo a fronte anche di una sfida identitaria. Quanto si è disposti a rinunciare ad una parte della propria identità associativa per raggiungere un fine comune? In ultimo, non per concludere, ma per iniziare di nuovo, la Provincia di Trento, coinvolgendo alcuni suoi comuni, ci ha regalato una casa di legno per poter proseguire le attività. Fa parte del complesso piazza d’Arti in via Ficara. (fonte www.ricostruireinsieme.it)

di Mario Alaggio e Gioacchino Masciovecchio

sabato 3 aprile 2010

Pasqua 2010

Buona Pasqua!!!

Dalle macerie del terremoto

Alla voglia di ”Ricostruire Insieme”

Attraverso incontri con tante persone

Con i volti e la collaborazione

Di chi crede che insieme si può

Da Trento a Roma

Da Roma a L’Aquila

Progetti, attese … delusioni

Ma domani è Pasqua

Rinasce una nuova speranza

Un grazie a tutti. …………………………………………………………………………… Gioacchino

Coordinamento “Ricostruire Insieme”

L’Aquila, 3 aprile 2010



martedì 16 marzo 2010

L'ARMATA DI BRANCALEONE

Non abbiamo più parole per esprimere l'indifferenza della classe politica aquilana.
Dopo aver lavorato molto sul territorio e collaborato con la Provincia di Trento realizzando i 2 Progetti che tutti conoscete, è passato un anno e per l'assenza di iniziative da parte della Provincia dell' Aquila nulla ancora è partito, nonostante la stessa abbia già ricevuto la metà dei finanziamenti del Fondo Europeo per l'integrazione di cittadini di Paesi Terzi.
I progetti dovrebbero essere conclusi entro il 30 giugno 2010.
Dire che siamo delusi è poco!!
Nonostante tutto continueremo a toglierere le macerie (politiche) anche con le carriole!!
Al danno si aggiunge anche la brutta figura che stiamo facendo con la Provincia di Trento che , oltre ad averci aiutato nella progettazione, ci ha offerto una casetta di legno per consentire le attività del Coordinamento "Ricostruire insieme".
Dal 19 al 24 aprile sarebbe scesa una squadra di 40 persone tra tecnici ed operai per realizzare l'opera a Centi Colella.
Purtroppo il Comune, dopo aver concesso quest'area nel mese di ottobre 2009 con atto del Settore Territorio prot. 26996 del 07/10/09, ha ritirato improvvisamente questa disponibilità senza una adeguata alternativa e dopo che noi e le altre Associazioni si erano impegnate per realizzare le rispettive sedi.
Domenica scorsa, in P.zza Duomo, tutte le Associazioni si sono mobilitate per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa situazione: Tutti sono invitati ad inviare il fax seguente al Sindaco del Comune dell'Aquila:

-Alla Cortese attenzione del Sig. Sindaco dell'Aquila Massimo Cialente

Via Filomusi Guelfi, Villa Gioia 67100 l’Aquila - fax 0862/028141

Onorevole Sig. Sindaco dell'Aquila,

ho appreso con preoccupazione che il progetto de la “Piazza” che vede coinvolte 16 associazioni della sua città, Arci L’Aquila, Circolo Culturale Querencia, Arci Servizio Civile L’Aquila, Associazione Culturale Teatrabile, Comunità XXIV Luglio, Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea, Centro Sportivo Italiano, APTDH, Sicomoro, Centro Internazionale Crocevia, Solisti Aquilani, Ricostruire Insieme, CNGEI, Genitori si Diventa, Artisti Aquilani Onlus, AISM, sta subendo una battuta d'arresto. La localizzazione prevista dalla Sua amministrazione non sembra più disponibile.

Siamo preoccupati.

Sappiamo che gli uffici tecnici della Sua amministrazione stanno cercando una soluzione, e siamo altresì certi che Lei, insieme al Consiglio Comunale dell'Aquila, condivida lo spirito del progetto e lo consideri un tassello importante della ricostruzione sociale della Sua città. Ciò nonostante, ormai da i un mese le associazioni chiedono dopo la prima assegnazione ritirata, tempi certi e rapidi per una ricollocazione in un area che consenta di dare seguito al progetto “la Piazza”.

La saluto cordialmente

Nome ………………………….

Cognome ………………………….

Indirizzo ………………………….

Firma





martedì 16 febbraio 2010

ESITI SELEZIONI RICERCA PERSONALE PROGETTI "RICOSTRUIRE INSIEME"

AVVISO

IL COORDINAMENTO "RICOSTRUIRE INSIEME"
ricostruireinsieme.blogspot.com

CON RIFERIMENTO AGLI ESITI DELLA VALUTAZIONE DEI CURRICULA PERVENUTI PER LA RICERCA DI PERSONALE QUALIFICATO DA INSERIRE NELLE ATTIVITA' DA SVOLGERE IN UN CENTRO INFORMATIVO PER L'IMMIGRAZIONE ED IN UN CENTRO INTERCULTURALE con sede nella città dell'Aquila per un periodo che va da gennaio a giugno 2010,
SI AVVISA

CHE PRESSO LA SEDE DI QUESTO COORDINAMENTO C/O LA CARITAS DIOCESANA DELL'AQUILA SONO DISPONIBILI LE GRADUATORIE RELATIVE ALLE PERSONE SELEZIONATE.
CI SCUSIAMO PER IL RITARDO DOVUTO ESSENZIALMENTE ALL'INCERTEZZA SULLA DATA DI AVVIO DEL PROGETTO.

giovedì 14 gennaio 2010

Ricerca Personale Progetti "Ricostruire Insieme"

AVVISO

IL COORDINAMENTO "RICOSTRUIRE INSIEME"
ricostruireinsieme.blogspot.com

RICERCA PERSONALE QUALIFICATO DA INSERIRE NELLE ATTIVITA' DA SVOLGERE IN UN CENTRO INFORMATIVO PER L'IMMIGRAZIONE ED IN UN CENTRO INTERCULTURALE con sede nella città dell'Aquila per un periodo che va da gennaio a giugno 2010

Le professionalità necessarie sono le seguenti:

n. 10 somministratori
Requisiti richiesti: diploma di scuola secondaria superiore, buone capacità relazionali; conoscenza base di almeno una lingua tra quelle che saranno necessarie per le attività; conoscenza del territorio

n. 4 traduttori
Requisiti richiesti: diploma di scuola secondaria superiore con capacità di traduzione testi di almeno una lingua tra quelle che saranno necessarie per le attività

n. 2 formatori ricercatori informazione
Laurea triennale o diploma di scuola secondaria superiore, preferibilmente con esperienze lavorative o associative nel campo dell’immigrazione; conoscenza di almeno una lingua straniera; esperienza nel campo della formazione; esperienza in progettazione di indagini, costruzione di una matrice dati SPSS, analisi statistica dei dati e stesura report finale

n. 1 Responsabile di redazione
Preferibilmente libero professionista, iscrizione all’Ordine dei Giornalisti con esperienze nel campo dell’immigrazione e multiculturalità; conoscenza del territorio

Per tutte le figure richieste:
1)il numero degli operatori ricercati potrà essere variato in base alle necessità del progetto
2)la scelta degli operatori verrà effettuata in modo da assicurare la più ampia copertura delle competenze linguistiche necessarie rispetto alle nazionalità maggiormente rappresentate sul territorio
3)restano salve le domande presentate nel 1° Avviso del mese di luglio, ma si ha la possibilità di aggiornare i dati già presentati

Costuiscono elementi di preferenza:
1)l'esperienza pregressa nel settore dell'associazionismo e del volontariato
2)esperienza informatica e capacità di progettazione e realizzazione siti web

Inviare direttamente i curricula in busta chiusa, con la dicitura in alto a destra "Ricostruire insieme", c/o Caritas Diocesana dell'Aquila, via Duomo s.n.c. (vicino la chiesa di Coppito) 67100 Coppito - L'Aquila, entro il 25/01/2010. Indicare sul curriculum la/e figura/e professionale/i a cui si è interessati.

L'Aquila lì 14/01/2010