Per un Servizio Immigrazione ed Educazione alla Mondialità la Caritas Diocesana de L'Aquila insieme con Arci,Rindertimi, Caritas Diocesana di Avezzano, Patronato SIAS, Centro Polivalente Provinciale delle Associazioni degli Immigrati, Comunità dei Peruviani, Associazione di Promozione Sociale "Gentium" Romania, Elenco Mediatori Culturali Volontari, Associazione "Iris" Teramo ed in collaborazione con la Provincia ed il Comune de L'Aquila ed altre Istituzioni Locali, hanno costituito un Coordinamento nel territorio per "Ricostruire Insieme la nostra Città come realtà Sociale".

Obiettivi specifici:

- la necessità di essere uniti;
- mettere insieme le varie esperienze come strumento a disposizione dell'intera comunità;
- collaborare con tutte le componenti sociali e politiche e le diverse comunità presenti sul territorio;
- offrire un supporto umano e amministrativo/legale;
- creare uno sportello informativo che sia punto di riferimento per le specifiche esigenze legate all'immigrazione (permessi di soggiorno/scadenza, ricongiungimenti familiari, possibilità di ritorno nel paese di origine senza perdere i diritti acquisiti, etc.)

venerdì 8 ottobre 2010

Un primo bilancio


Ricostruire è ormai, per noi aquilani e aquilane, una parola abituale: la ritroviamo nella nostra quotidianità in articoli di giornali, volantini pubblicitari di ditte edili, proclami, ma la ritroviamo anche nella determinazione di chi non vuole rinunciare a ricostruire il senso della vita di una comunità: le relazioni sociali. E vuole ricostruire insieme, con il riconoscimento dell’altro e della sua alterità, con il contributo e la ricchezza culturale di tutti e di tutte.



A tanti accade, come dice Rebecca Solnit nel suo “Un paradiso all’inferno”, che la vita quotidiana si trasformi. E non per i lutti o il dolore, come è accaduto a tanti, ma perché, spazzate via le consuetudini e gli isolamenti, ci si apre all’ascolto dei bisogni dell’altro, si trova il senso dell’essere sopravvissuti nell’essere vicini l’un l’altro. Nella lettura dei bisogni di una popolazione stravolta dal sisma si vedono tante aree di intervento nelle quali la macchina dei soccorsi non si addentra; sono per lo più bisogni di “cittadinanza”, che dopo un primo momento in cui prevalgono le urgenze materiali, emergono chiaramente; tanto più quando il terremoto colpisce un territorio-città di oltre 100.000 abitanti, arricchito da tante presenze di cittadini e cittadine straniere, per la prima volta nella storia italiana coinvolti anche loro in modo numericamente significativo dal terremoto.


L’esperienza del nostro coordinamento nasce così: nel riconoscere che, forse per la prima volta in un terremoto di queste dimensioni, erano coinvolti un gran numero di cittadini e cittadine straniere, e che questi, insieme ad altri come gli anziani e le persone sole, erano più deboli più esposti meno garantiti. Inoltre, si avvertivano le prime difficoltà di convivenza nelle tendopoli. Inizialmente, nei giorni immediatamente successivi al sei aprile, è stato bello scoprire che in tanti avevano fatto la stessa riflessione e avevano dato una stessa risposta ai bisogni, senza sapere gli uni degli altri. Volontari dell’Arci, della Caritas, di Gentium, ognuno con le proprie specificità, hanno iniziato a monitorare la situazione nei campi di accoglienza, a fornire assistenza sanitaria e alimentare, orientamento nei servizi che regolano la vita degli stranieri in Italia: permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari. Allo stesso tempo, tra i tanti che hanno pensato di intervenire nel nostro territorio, alcuni come i Mediatori Volontari di Pescara o i Mediatori Culturali della Comunità di Sant’Egidio o ancora i mediatori dell’Associazione Iris di Teramo hanno fatto la stessa lettura della realtà tanto da intervenire nelle strutture di accoglienza, alberghi sulla costa e tendopoli nell’aquilano, per ascoltare ed interpretare i bisogni della cittadinanza aquilana straniera. In ognuno di noi,quale che fosse la realtà associativa di riferimento, è maturata subito la convinzione che la vastità del problema richiedeva che la risposta fosse diversa: fosse coordinata.


E’ nato cosi il Coordinamento Ricostruire Insieme. Il lavoro sul territorio ci ha fatto incontrare delle persone che per concretezza, condivisione di ideali, disponibilità, ci hanno proiettati nell’avventura che ha portato il coordinamento a lavorare insieme alla Provincia di Trento per trasformare in progetto le attività di sostegno alla popolazione immigrata e italiana, che stavamo realizzando sul territorio. Il prefetto Ciclosi e il vice prefetto Maria Assunta Rosa del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, l’assessore alla Solidarietà Internazionale e alla Convivenza della Provincia Autonoma di Trento, il responsabile del Centro Informativo per l’Immigrazione della provincia di Trento (Cinformi) Pierluigi La Spada. Sono nati così i 2 progetti che hanno ottenuto il finanziamento dal Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi terzi e di cui proveremo a tracciare un consuntivo:

Centro informativo per l’immigrazione
Centro interculturale
Le attività progettuali, con i nuovi strumenti a disposizione, sono potute iniziare solo dopo la sottoscrizione della convenzione da parte della Provincia dell’Aquila con il soggetto attuatore “Ricostruire Insieme” (13 aprile 2010) ed avevano una scadenza improrogabile il 30 giugno 2010. Il breve tempo a disposizione non ci ha spaventati, ormai temprati dalle difficoltà, e tutti gli operatori si sono subito attivati.

Nel Centro Informativo si sono sviluppate 4 azioni principali. La prima azione è consistita nella predisposizione e somministrazione di un questionario ad un campione rappresentativo di stranieri e italiani terremotati. La seconda azione ha portato all’elaborazione dei dati emersi dalla rilevazione e alla stesura di un rapporto, per restituire alle istituzioni competenti e alla comunità della provincia dell’Aquila le informazioni rilevate. La terza azione è consistita nel realizzare un periodico informativo plurilingue (di cui è uscito un numero ogni 15 giorni) ed un sito internet (www.ricostruireinsieme.it), contenenti storie e racconti di vita raccolti nelle aree di ricovero, nonché notizie e informazioni relative alla normativa che disciplina l’ingresso, il soggiorno e, più in generale, al fenomeno migratorio. La quarta azione, infine, ha visto nascere uno sportello informativo come punto di riferimento per le specifiche esigenze legate allo status di cittadino straniero (pratiche di soggiorno, ricongiungimenti familiari e rapporti con gli enti pubblici).


Per il Centro Interculturale si sono sviluppate 7 azioni principali. Progettazione e realizzazione di un Centro Interculturale dove giovani e adulti possano svolgere attività seminariali ed esperienziali, per valorizzare le diverse culture presenti nel territorio della provincia dell’Aquila.

Realizzazione di attività ricreative e formative. Organizzazione di laboratori e seminari per promuovere lo scambio culturale e la valorizzazione della cultura di origine, soprattutto tra i giovani.
Nascita di un corso di lingua e cultura italiana e dei paesi di provenienza degli immigrati, valorizzando le risorse umane del territorio.
Realizzazione di un evento volto a promuovere la conoscenza reciproca attraverso le varie forme dell’arte con momenti di riflessione e musica con Filomeno Lopez .
Organizzazione di un seminario specifico con la manodopera presente sul territorio aquilano al fine di valorizzare la bioedilizia e le tecnologie di risparmio energetico.
Organizzazione di un seminario volto a favorire la costituzione di piccole e medie imprese.
Terminate il 30 giugno le attività progettuali finanziate, gli operatori del centro Interculturale e del centro Informativo stanno continuando, in maniera volontaria e compatibilmente con le poche risorse a disposizione, le attività più importanti. Dalla presenza allo sportello informativo alla gestione del sito, alla continuità del giornalino che è passato per esigenze economiche da quindicinale a mensile. Quello che si sta continuando a fare è il risultato più bello che i due progetti hanno portato. E’ stata un’occasione importante per ciascuno di noi e per tanti che hanno partecipato di conoscersi e scoprire, rispettare e valorizzare costumi e culture diverse dalle nostre. Ma la nostra esperienza ha per noi che la viviamo una valenza ulteriore: il riconoscimento del bene collettivo a fronte anche di una sfida identitaria. Quanto si è disposti a rinunciare ad una parte della propria identità associativa per raggiungere un fine comune? In ultimo, non per concludere, ma per iniziare di nuovo, la Provincia di Trento, coinvolgendo alcuni suoi comuni, ci ha regalato una casa di legno per poter proseguire le attività. Fa parte del complesso piazza d’Arti in via Ficara. (fonte www.ricostruireinsieme.it)

di Mario Alaggio e Gioacchino Masciovecchio